Valeria Sordi


In occasione del Simposio “Beta cell replacement and plasticity”, abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’eccellente relazione sulla terapia cellulare del diabete con cellule staminali a cura della dott.ssa Valeria Sordi, project leader nell’Unità di Biologia della Beta Cellula del Diabetes Research Institute (DRI) presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Ne parliamo direttamente con lei nella nostra intervista. 

Ci puoi parlare del Diabetes Research Institute (DRI)?

- Il DRI è un istituto interamente dedicato alla cura e alla prevenzione del diabete e delle sue complicanze. L’attività di ricerca scientifica è l’attività primaria e predominante del DRI, il cui risultato finale è lo sviluppo di trial clinici atti a testare nuove ipotesi per la cura definitiva della malattia (studi fase I e II)  o a migliorare le attuali terapie (studi fase III). 

Il piano strategico del DRI si base su due programmi e una serie di progetti di ricerca. I programmi strategici sono:

  1. previsione e prevenzione di DTI, con lo scopo di definire i meccanismi patogenetici di induzione e progressione dell’autoimmunità e sviluppo di strategie per l’arresto/reversione della progressione di DTI.
  2. sostituzione di cellule beta e terapia cellulare nel DTI, con lo scopo di sviluppare sistemi innovativi di induzione di tolleranza, di riduzione dell’immunosoppressione e di terapie di rigenerazione cellulare delle isole per prolungare la sopravvivenza di cellule beta native o trapiantate.

 

Le altre aree di ricerca del DRI sono: l’obesità, la sindrome metabolica, la resistenza-insulinica, le complicanze del diabete, cardio-diabete e tecnologie del diabete.

Valeria, ci puoi parlare del progetto di cui ti stai occupando?

- Il progetto di cui mi sto occupando da anni riguarda la terapia cellulare del diabete con cellule staminali. Curare il diabete con le staminali è una possibilità di giorno in giorno più vicina. Nei pazienti con diabete le β cellule pancreatiche sono numericamente o funzionalmente insufficienti e la loro sostituzione con cellule producenti insulina funzionali rappresenta l’unica possibile cura per questa patologia. È noto che il trapianto di isole pancreatiche o di pancreas sono in grado di correggere molto bene i valori di glicemia. Ma questo approccio è limitato dalla scarsa disponibilità di donatori e dalla necessità di utilizzare una terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto.

L’approccio con le cellule staminali potrebbe consentire di superare entrambi i problemi.

Grandi speranze sono riposte nel differenziamento di cellule staminali pluripotenti, in particolare quelle embrionali e quelle pluripotenti indotte (iPSC), in quanto possiedono, rispetto alle staminali adulte, maggiori capacità proliferative e differenziative. Le iPSC sono cellule derivate dalla riprogrammazione di cellule somatiche adulte mediante l’espressione forzata di 4 geni della pluripotenza e hanno aperto la strada alla possibilità di ottenere cellule secernenti insulina autologhe, in quanto possono essere derivate dalla riprogrammazione e dal successivo differenziamento di cellule somatiche dello stesso individuo.

Recentemente è stato dimostrato che è possibile ottenere in vitro cellule β a partire da iPSC umane, ma resta ancora difficile determinare l’efficienza del processo differenziativo, in quanto linee diverse di cellule pluripotenti mostrano una diversa propensione al differenziamento, e il paragone diretto con le β cellule da donatore mostra che le nuove β cellule ottenute da staminali non sono completamente mature e funzionali.

L’obiettivo del nostro progetto è quindi quello di ottenere cellule β da iPSC con alta efficienza ed efficacia, sia in vitro che in modelli animali di diabete. Inoltre stiamo lavorando per generare delle cellule staminali invisibili al sistema immune tramite ingegneria genetica, per poter trapiantare nel paziente con diabete di tipo 1 le cellule differenziate da queste iPSC senza immunosoppressione.

Quali pensi che potranno essere le prospettive future in questo ambito?

I risultati che ci aspettiamo ci permetteranno di migliorare la generazione di β cellule da staminali, in modo efficiente e sicuro, avvicinandoci a una possibile traslazione clinica. La medicina rigenerativa con cellule staminali ha la potenzialità non solo di trattare, ma di guarire in modo definitivo il diabete. Nell’ottobre del 2014 negli Stati Uniti è iniziata la prima sperimentazione nell’uomo per la terapia del DTI, utilizzando cellule produttrici di insulina derivate da cellule staminali e sono in fase di ‘traslazione’ nell’uomo almeno altri tre approcci simili. È il momento di unire tutti gli sforzi e creare le condizioni affinché anche in Italia si possa sperimentare una terapia cellulare con cellule derivate da staminali.  D.C.


Breve profilo: La dott.ssa Sordi ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche nel 2001 presso l’Università di Milano, e successivamente ha svolto il Ph.D. all’Università di Dresda ed il post-doc presso l’Università San Raffaele di Milano. Sin dagli inizi della sua attività si è sempre occupata di studi riguardanti il diabete di tipo I, il trapianto di isole pancreatiche e cellule staminali. Al momento lavora come Project Leader nell’Unità di Biologia della Beta Cellula del Diabetes Research Institute (DRI), presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.