8/2017

A cura di

Annalisa Pedini (Rimini) e Pietro Lazzeroni (Reggio Emilia)

 

 

Taylor PN, Sayers A, Okosieme O, et al. Maturation in Serum Thyroid Function Parameters Over Childhood and Puberty: Results of a Longitudinal Study. J Clin Endocrinol Metab. 2017 Jul 1;102(7):2508-2515. doi: 10.1210/jc.2016-3605.

 

Studio di coorte longitudinale. A 4442 bambini sono stati misurati i parametri di funzionalità tiroidea alle età di 7 anni; a 1263 ragazzi all’età di 15 anni. 884 bambini hanno ottenuto entrambe le misurazioni. Obiettivo dello studio: stabilire i valori di riferimento per TSH, Tri-iodiotiroxina libera (FT3) e Tiroxina libera (FT4); valutare TSH, FT3 e FT4 longitudinalmente e trasversalmente.

Lo studio dimostra che intervengono sostanziali cambiamenti nell’asse ipofisi-tiroide durante l’infanzia.  L’FT3 è l’ormone che si modifica di più durante la crescita rispetto a TSH e FT4 con livelli più alti all’età di 7 anni che permangono superiori ai valori di riferimento dell’adulto in un 10% dei ragazzi studiati all’età di 15 anni. C’è una stretta correlazione negativa dei livelli ormonali a 7 e 15 anni e la variabilità si riduce durante la pubertà in cui i valori si avvicinano a quelli del soggetto adulto.

I dati suggeriscono un’aumentata conversione di FT4 in FT3 durante l’infanzia che perdura più a lungo nei maschi con possibili ripercussioni sulla mineralizzazione ossea e su altri fenomeni.

Le modificazioni che intervengono sui livelli di FT3 durante l’infanzia non sono note, ma potrebbero risentire di fattori esterni all’asse ipofisi-tiroide come la massa grassa (BMI) e lo sviluppo puberale. Molto interessante: seppur l’effetto dell’FT3 sulla pubertà sembrerebbe largamente indipendente dal BMI, potrebbe rappresentare un indicatore di stato nutrizionale e di ingresso puberale simile alla leptina. In alternativa le modificazioni dell’FT3 potrebbero rappresentare dei cambiamenti della ghiandola tiroide in preparazione alla pubertà o essere conseguenza di altre variazioni ormonali (il GH è stato messo in correlazione con livelli marginalmente superiori di FT3 e inferiori di FT4).

Trasversalmente livelli maggiori di TSH sono stati associati a livelli maggiori di FT3 mentre una correlazione inversa è stata identificata per l’FT4.

Clinicamente questi dati si traducono in una sovra-diagnosi di patologia tiroidea subclinica se non si usano valori di riferimento per l’età e il sesso e suggeriscono possibili ripercussioni sulla terapia sostitutiva nei bambini dal momento che i bambini in trattamento con levotiroxina hanno livelli maggiori di FT4 e minori di FT3 rispetto ai pari età eutiroidei nonostante livelli di TSH simili con effetti a lungo termine non noti.

Lo studio segnala alcuni bias legati al campione di popolazione studiato, ma offre spunti interessanti di ulteriore ricerca.

 

 

Yale JF, Dulude H, Egeth M, et al. Faster Use and Fewer Failures with Needle-Free Nasal Glucagon Versus Injectable Glucagon in Severe Hypoglycemia Rescue: A Simulation Study. Diabetes Technol Ther. 2017 Jul;19(7):423-432. doi: 10.1089/dia.2016.0460.

 

Simulazione di studio: a 16 genitori con educazione terapeutica sul diabete e a 15 conoscenti senza precedente educazione terapeutica, sono state simulati episodi di ipoglicemia severa su manichini a cui dover somministrare glucacone iniettabile e nasale.

Più del 90% dei partecipanti ha praticato la dose piena di glucagone nasale, mentre solo il 13% e lo 0% dei genitori e dei conoscenti rispettivamente, la dose intera di glucagone iniettabile.

Il glucagone nasale è di più facile somministrazione per il personale laico non addestrato e potrebbe migliorare in maniera sostanziale il trattamento di un evento potenzialmente a rischio di vita come l’ipoglicemia severa.

 

 

Jerram ST, Leslie RD. The Genetic Architecture of Type 1 Diabetes. Genes (Basel). 2017 Aug 22;8(8). pii: E209. doi: 10.3390/genes8080209.

 

In questo lavoro gli autori indagano il ruolo dei fattori genetici nell’insorgenza del diabete mellito di tipo 1, con particolare attenzione riguardo l’interazione dei fattori genetici con i fattori ambientali e del modo in cui tale interazione possa condizionare la natura della patologia. Gli autori analizzano inoltre come lo sviluppo di immuno-genotipi diversi in pazienti diversi possa giustificare una differente evoluzione clinica. Infine vengono descritti i geni che presentano un ruolo protettivo nei confronti della patologia.

 

 

Fonolleda M, Murillo M, Vázquez F, Bel J, Vives-Pi M. Remission Phase in Paediatric Type 1 Diabetes: New Understanding and Emerging Biomarkers. Horm Res Paediatr. 2017 Aug 3. doi: 10.1159/000479030. [Epub ahead of print]

 

La review riporta lo stato dell’arte relativamente ai meccanismi infiammatori, immunologici e metabolici che caratterizzano la fase di remissione spontanea del diabete mellito di tipo 1 in età pediatrica. Secondo gli autori della review, una migliore comprensione delle basi fisiopatologiche di tale processo e la scoperta di nuovi biomarkers che correlino con lo sviluppo di immunotolleranza e di rigenerazione delle beta cellule pancreatiche possono condurre all’identificazione dei pazienti con un migliore controllo glicemico e possono facilitare il monitoraggio di eventuali immunoterapie introdotte durante questa fase. Gli autori del lavoro sottolineano infatti come la fase di remissione spontanea nel diabete mellito di tipo 1 possa costituire un buon modello per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici ed una finestra privilegiata per l’introduzione di eventuali terapie immuno-modulanti.