Numero 17/2016

 

A cura di

Chiara Mameli (Milano) e Gianluca Tornese (Trieste)

 

  • Danièle Pacaud et al  and the SWEET Study Group. A description of clinician reported diagnosis of type 2 diabetes and other non-type 1 diabetes included in a large international multicentered pediatric diabetes registry (SWEET). Pediatric Diabetes Ottobre 2016. DOI: 10.1111/pedi.12434

Scopo dello studio è stato identificare la frequenza del diabete di tipo 2 e delle forme di diabete di tipo non-1 in età pediatrica. E’ stato analizzato un campione di 27.104 pazienti con diagnosi di diabete di cui

  • 95,5% con diagnosi di diabete di tipo 1 (T1D)
  • 1,3% con diagnosi di diabete di tipo 2 (T2D)
  • 3,2% con altre forme di diabete.

In quest’ultima categoria sono stati segnalati 351 casi di MODY e 193 casi di diabete secondario a fibrosi cistica.  Nel 10% dei casi la causa della patologia non è stata identificata.

Rispetto alle diagnosi di T1D, i bambini con T2D e diabete secondario a fibrosi cistica hanno un’età media di diagnosi più elevata e un valore di emoglobina glicata significativamente inferiore alla diagnosi.

Gli autori concludono che il diabete di tipo non-1 è ancora raro e spesso di difficile diagnosi e caratterizzazione. La condivisione delle informazioni cliniche in studi multicentrici è importante per migliorare la gestione di queste rare forme di diabete.

 

  • Gerasimidi Vazeou, O et al and the SWEET Study Group. Seasonality at the clinical onset of type 1 diabetes—Lessons from the SWEET database. Pediatric Diabetes Ottobre 2016. DOI: 10.1111/pedi.12433.

In questo studio é stata valutata la stagionalità dell’esordio del diabete in 48 centri internazionali (32 Paesi diversi), analizzando i dati di 23.603 pazienti con diagnosi di diabete di tipo 1 ed età inferiore a 20 anni in un periodo compreso tra il 1980 e il 2015. I dati sono stati stratificati per età in 4 gruppi (<5, 5-10, 10-15, 15-20 anni), per latitudine e anno di insorgenza (prima o dopo il 2009). Il mese con il più alto tasso di esordi è stato gennaio mentre giugno ha registrato il minor numero di esordi. Inverno, inizio
primavera e tardo autunno sono state le stagioni con la più alta percentuale di casi. La stratificazione per età non ha mostrato significatività sulla stagionalità dell’esordio se non per i bambini di età inferiore a 24 mesi. La latitudine non è risultata correlata alla stagionalità cosi come il sesso.

 

Una review aggiornata sulla risposta immunitaria antitumorale mediata dai linfociti T citotossici e cellule NK nelle neoplasie tiroidee con stadio avanzato.

 

  • Deodati A, Sallemi A, Maranghi F, et al.  Serum Levels of Polybrominated Diphenyl Ethers in Girls with Premature Thelarche. Horm Res Paediatr. 2016;86(4) [Epub ahead of print]

 

I polibromodifenileteri (PBDE) sono sostanze chimiche di produzione industriale usate per vari scopi commerciali, principalmente come ritardanti di fiamma, e hanno dimostrato di essere interferenti endocrini negli studi sperimentali. Questo studio ha ricercato l’associazione tra l’esposizione ai PBDE e le alterazioni della pubertà in 124 bambine riferite per pubertà precoce centrale idiopatica (n=37, età media 7.4±0.9 anni) e telarca prematuro (n=56, età media 5.7±2.1 anni), confrontate con un gruppo controllo di 31 bambine (età media 5.4±1.9 anni). Le concentrazioni sieriche di PBDE (corretti per il contenuto lipidico totale) erano più alti nelle bambine con telarca prematuro (1.49±0.63 log ng/g) rispetto ai controlli (1.23±0.54 log ng/g) in maniera significativa, e rispetto alle bambine con pubertà precoce (1.37 ± 0.49 log ng/g) sebbene questa differenza non fosse statisticamente significativa. L’analisi dei questionari non hanno mostrato differenze significative nell’esposizione tra i gruppi.

 

  • Hajas G, Kissova V, Tirpakova A. A 10-yr follow-up study for the detection of peripheral neuropathy in young patients with type 1 diabetes. Pediatr Diabetes. 2016 Dec;17(8):632-641.

 

Studio prospettico su 62 ragazzi diabetici con T1DM (età 13.9±5.89 anni) con durata di diabete di 5.56 ± 5.11 anni, trattati con regime insulinico intensivo, sottoposti a esame neurologico dettagliato, studio della conduzione nervosa e biotesiometria in 3 momenti (baseline, dopo 5 e 10 anni).

Durante il follow-up la prevalenza di neuropatia diabetica è aumentata dal 24.2% al 62.9%: subclinica dal 17.7% al 46.8%, clinica dal 6.5% al 16.1%. I fattori che contribuivano maggiormente alla prevalenza della neuropatia erano il cattivo controllo glicemico, la durata del diabete e l’età del paziente. Rispetto ai parametri di conduzione, le modifiche più significative si sono osservate nell’ampiezza dello SNAP del nervo surale (-5.2 m/s, p<0.001) e nella velocità di conduzione del nervo surale (-8.2 uV, p<0.001), mentre i cambi meno significativi si sono verificati nell’ampiezza del CMAP del nervo peroneo (-0.65 mV, p=0.008).

Lo studio ha quindi mostrato un progressivo aumento nella prevalenza della neuropatia diabetica nel tempo, soprattutto negli stadi subclinici. Il cattivo controllo glicemico era il fattore determinante nel rapido sviluppo della neuropatia diabetica. I parametri di conduzione sensitiva si deteriorano più rapidamente rispetto ai parametri motori. Questo studio è uno dei pochi nel T1DM che ha verificato non solo la presenza di neuropatia ma anche la sua severità in relazione ai fattori di rischio. I risultati supportano la necessità di una ricerca attiva regolare della neuropatia diabetica nei bambini con diabete.