Minipuberty: una finestra di opportunità per indagare ed intervenire
Ad oggi, la letteratura in tema di minipubertà è ancora piuttosto scarsa. Un contributo interessante arriva da una case series di otto lattanti presentato da Papadimitriou e colleghi. Sebbene il campione di pazienti sia esiguo, lo studio rappresenta comunque ad oggi la casistica più grande a disposizione. Presentata all'interno delle free communications, “Ipofisi, neuroendocrinologia e pubertà”, lo studio descrive il rimpiazzo della minipubertà in lattanti affetti da ipogonadismo ipogonadotropo (REMAP study) seguendo lo schema proposto da Bougneres.
La minipuberty è la transitoria attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi che si manifesta fisiologicamente nell’uomo durante i primi mesi di vita. Nel maschio, l’aumento di LH, FSH e testosterone raggiunge il suo picco tra le 4 e le 10 settimane per poi progressivamente ridursi intorno ai 6 mesi. Nella femmina tale fenomeno può durare fino ai 2 anni. Nel maschio, l’incremento di gonadotropine stimola lo sviluppo testicolare e la produzione di testosterone, fondamentale per la crescita del pene e la discesa dei testicoli, e potrebbe essere determinante sulla fertilità futura. Citando Grumbach [1], la minipuberty rappresenta quindi una “finestra di opportunità” per indagare l’asse ipotalamo ipofisi gonadi e per eventualmente intervenire con una terapia sostitutiva in caso di necessità.
Lo studio di Papadimitriou (ISRCTN13007297) è stato condotto su 8 lattanti con gonadi intra-addominali e micropene (≤2 cm) e assenza di minipuberty trattati per 3 mesi con iniezioni sottocute quotidiane di LH 75+FSH 150 UI (Pergoveris®). I pazienti erano affetti da sindrome di Kallmann (n=4), displasia setto-ottica con panipopituitarismo (n=2), sindrome di Charge (n=1), aplasia ipofisaria (n=1). Le gonadotropine da indosabili hanno raggiunto valori normali (LH 6.4 UI/l) e alti (FSH 86 UI/l), l’inibina b e l’AMH da valori bassi hanno raggiunto valori normali-alti (241 pg/ml e 1034 pmol/l), il testosterone da indosabile ha raggiunto valori medi di 2.20 ng/ml. I testicoli sono scesi in posizione scrotale entro la fine del terzo mese in tutti i pazienti raggiungendo un volume tra 1.5 e 2.5 ml, e il pene ha raggiunto una lunghezza media di 4.3 cm. In un caso è stato necessario successivamente fissare il testicolo in posizione scrotale. In tutti i casi a un follow up fino a 8 anni i testicoli erano lievemente più piccoli (0,5-1,5 ml) ma scrotali e ecograficamente normali. Nessun bambino ha presentato eventi avversi o reazioni locali o sistemiche.
Lo studio presenta quindi diversi spunti di riflessione e potrebbe rappresentare una base su cui avviare uno studio (magari multicentrico, data la rarità della patologia?) per confermare questi risultati e forse cercare una terapia sostitutiva più fisiologica.
Sara Ciccone
Riferimenti
1. Grumbach MM. J Clin Endocrinol Metab. 2005;90:3122-7
2. Bougneres P, et al. J Clin Endocrinol Metab. 2008;93:2202-5