Dal Dieticians Networking Meeting: intervista con Antonella Lorubbio

 

Antonella Lorubbio, dietista specialista in Nutrizione Umana. Attiva nel campo della diabetologia da circa dieci anni, è attualmente nutrizionista presso l’UO di Diabetologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Con lei parliamo del meeting dedicato al Dieticians Networking, e degli interessanti interventi dai colleghi della comunità internazionale.


D: Hai trovato stimolante il meeting internazionale con le altre dietiste?

R: Sì, davvero molto interessante. Eravamo un bel gruppo di nutrizioniste da tutto il mondo: India, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Arabia Saudita, Inghilterra, Spagna e solo due italiane, me compresa. È stato molto utile il confronto ed interessante conoscere le differenti metodologie e competenze nel team diabetologico; nei paesi anglosassoni, la figura della dietista è molto valorizzata a livello del SSN ed in diabetologia svolgono un importante ruolo di assistenza clinica (verifica del diario glicemico ed alimentare e modifica delle unità di insulina pre-prandiali) oltre che educazionale. Supportano il paziente dall’esordio e sono molto scrupolose nel rispetto delle linee guida per il follow up. Hanno un filo diretto con i genitori che le contattano telefonicamente per consigli: ad esempio: "Deve mangiare la pizza, come faccio?"

 

D: Quali argomenti avete trattato?

R: Dopo una breve presentazione da parte di ognuna di noi, è stato ribadito il ruolo fondamentale del conteggio dei carboidrati e dell’indice glicemico per il miglioramento del compenso glicometabolico, in termini di riduzione della HbA1C. Solo una collega indiana ha detto che in India non considerano l’indice glicemico. Una collega araba, invece, ha chiesto un consiglio circa la composizione del pasto ed il bolo per un adolescente  in terapia con CSII che aderisce al Ramadan e che mangia, dunque, solo dopo il tramonto. Le abbiamo consigliato all’unanimità, di utilizzare il bolo onda doppia. Questa è una problematica che riguarda anche me, in quanto, anche al Bambino Gesù abbiamo sempre più pazienti di religione musulmana e varie etnie, per cui risulta necessario conoscere le abitudini alimentari delle varie culture.

 

D: Qual è l’errore alimentare più frequentemente commesso?

R: Nei bambini e ragazzi diabetici il consumo di frutta e verdura è molto basso ma nella media dei loro coetanei non diabetici. Questa modifica delle abitudini alimentari dipende soprattutto da fattori socio economici che hanno portato ad una diminuzione anche del consumo di carne e pesce. La recessione economica ha toccato molti aspetti tra cui l’insicurezza alimentare (food insecurity) che impatta notevolmente anche su patologie croniche come il diabete. Gli studi condotti in tal senso hanno dimostrato sugli adulti alimento-insicuri un più alto indice di massa corporea conseguente allo stato di povertà nel quale aumenta il digiuno alternato alle abbuffate (binge eating), poca varietà dei cibi e cibi ad elevata densità calorica.

 

D: Si può utilizzare la Telemedicina per il carbo-counting?

R: In futuro il CHO counting video sarà sempre più diffuso, ma credo non potrà mai sostituire l’educazione face-to-face del paziente con DM1, ma è un valido supporto educativo già molto utilizzato come dimostrano le numerose App per il conteggio dei carboidrati.

 

D: Come avete concluso la riunione?

R: Al termine del meeting la moderatrice del gruppo ci ha invitate a scambiarci gli indirizzi email con le altre colleghe per eventuali e futuri scambi e collaborazioni. Io ho preso i contatti della collega Michelle Raymond della Harvard Medical School di Boston e di  Elysabeth Jelleryd del Karolinska University con le quali spero di poter collaborare a distanza o magari di poter fare una summer school presso i loro centri ed invitarle presso il nostro centro di diabetologia pediatrica del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero del Bambino Gesù di Roma.

Antonella Lonero