Minipubertà: passi da giganti nella ricerca

L’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi si attiva già verso circa metà della gestazione per poi essere progressivamente silenziato attorno al termine di gestazione grazie ad una serie di meccanismi di feedback negativi mediati da ormoni placentali.

Questo quanto descritto dalla dott.ssa Kuiri-Hänninen Tanjia dell’Università di Kuopio, Finlandia, in apertura della sua presentazione in occasione dell'ESPE Young Investigator Award presentato nella plenaria del primo giorno di congresso. Con i suoi brillanti studi sulla minipubertà condotti durante il suo periodo di dottorato, Tanjia è riuscita a pubblicare ben 4 lavori su JCEM tra il 2011 e il 2013 su questo argomento molto complesso e ancora poco noto.

Il blocco dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi viene poi successivamente rimosso alla nascita, portando alla riattivazione dell’asse e all’aumento dei livelli di gonadotropine che rimangono tali per i primi 3 mesi di vita post natale, diminuendo poi intorno ai 6 mesi di vita, fatta eccezione per i valori di FSH nelle femmine che rimangono elevati fino ai 3-4 anni di età. Solo al momento della pubertà l’asse subirà una nuova riattivazione. L’aumento delle gonadotropine al momento della nascita porta ad una attivazione delle gonadi in entrambi i sessi: nei maschi questa attivazione conduce ad un aumento dei livelli di testosterone con un picco tra 1 e 3 mesi di vita, ed un successivo declino parallelamente al calo di LH. Questa attivazione dell’asse è anche associata ad una crescita testicolare e ad uno sviluppo del pene, ed è quindi considerata importante per lo sviluppo dei genitali maschili. Nelle femmine, livelli elevati di gonadotropine portano ad una maturazione dei follicoli ovarici e ad un aumento dei livelli di estradiolo. Gli effetti biologici della minipubertà si rivedono a livello, ad esempio, della cute del neonato, vista la correlazione travata fra livelli di androgeni durante la minipuberta ed attivazione delle ghiandole sebacee, a livello della crescita lineare, che risulta correlata ai livelli di testosterone, e correla allo sviluppo psicosessuale, visto che i livelli di testosterone nel corso della minipubertà correlano con specifici comportamenti ai 14 mesi (scelta di giocare con giochi “maschili”). Il senso “biologico” e le possibili conseguenze a lungo termine della minipubertà rimangono non del tutto chiare, cosi come non è chiaro ancora il meccanismo che porta al silenziamento dell’asse fino alla pubertà. In ogni caso questi primi mesi di vita costituiscono una finestra di opportunità per studi funzionali sull’asse ipotalamo ipofisi gonadi prima dello sviluppo puberale. Tale finestra diventa ancora più particolare se si parla di nati prematuri, in cui sono stati ritrovati livelli estremamente elevati di gonadotropine nelle femmine e soprattutto una aumentata e prolungata attivazione dell’asse dopo la nascita, le cui conseguenze non sono ancora note.

Una presentazione di una giovane ricercatrice emozionata che ha ripercorso il suo cammino di ricerca. Attraverso le proprie pubblicazioni ha aperto, insieme ai suoi collaboratori, una vera e propria autostrada, nell’ambito della minipubertà. A Tanjia i nostri più sinceri complimenti! LL