Numero 3/2016

A cura di 
Anna Grandone (Napoli) e Enza Mozzillo (Napoli)

 

  • Perry JR, Murray A, Day FR, Ong KK. Molecular insights into the aetiology offemale reproductive ageing. Nat Rev Endocrinol. 2015 Dec;11(12):725-34.

Questa interessante revisione focalizza alcuni punti sull’architettura genetica del timing puberale inteso sia come età del menarca che come età della menopausa. Le recenti scoperte in termini di varianti geniche sia comuni che rare ma a bassa frequenza hanno messo in luce il ruolo nel determinare la vita riproduttiva delle donne di un ampio numero di processi biologici, dall’omeostasi energetica alla riparazione del DNA.
Inoltre per la prima volta viene ipotizzata una comune eziologia genetica, e dunque biologica, delle due tappe principali della vita riproduttiva della donna: l’età del menarca e l’età della menopausa.

  • Shamseldin H, Alazami AM, Manning M, et al. RTTN Mutations Cause Primary Microcephalyand Primordial Dwarfism in Humans. Am J Hum Genet. 2015 Dec 3;97(6):862-8.

In questo interessante articolo vengono riportate tre famiglie con nanismo primordiale, microcefalia e malformazioni cerebrali causate da mutazioni del gene della rotatina. Tale proteina sembra avere un ruolo nel processo di ciliogenesi e di funzione cellulare del ciglio primario. Sino ad oggi le uniche mutazioni descritte di questo gene sono state associate a polimicrogiria isolata. 
Il report di Shamseldin et al espande il fenotipo delle mutazioni di tale gene e suggerisce che il nanismo primordiale può far parte dello spettro fenotipico delle ciliopatie.

  • Knip M, Siljander H. The role of the intestinal microbiota in type 1 diabetes mellitus. Nat Rev Endocrinol 2016 Jan 4. doi: 10.1038/nrendo.2015.218. [Epub ahead of print]

Gli autori della review partono dall'ipotesi che il rapido incremento dell’incidenza del diabete tipo 1 (T1DM) dopo gli anni 50 dipenda maggiormente dai cambiamenti dello stile di vita piuttosto che da modifiche del genoma. La review analizza la stretta relazione che c'è tra il sistema immune e il microbioma intestinale (il nostro secondo genoma) riferendosi,in particolare, al T1DM. Vengono valutati i lavori che analizzano il rischio di soggetti con positività autoanticorpale per T1DM (soggetti con diabete preclinico) di sviluppare la malattia conclamata, la maggior parte di questi mostra avere una diversa composizione del microbioma intestinale, a sfavore delle linee cellulari batteriche producenti butirrato. I limiti di questi studi analizzati sono rappresentati dallo scarso numero di pazienti, da dati che riguardano poche aree geografiche, da pochi dati sulla composizione del microbioma nel periodo precedente la sieroconversione dei bambini con diabete preclinico. Infine, pochi sono gli studi volti alla dimostrazione del meccanismo attraverso cui il microbioma influenza l'autoimmunità beta cellulare. A tal fine gli autori sottolineano che potrebbe essere interessante sequenziare il DNA, stoccare le feci e valutare la composizione della dieta dei soggetti con diabete preclinico con valutazione continua della composizione del microbioma fino ad evoluzione a malattia conclamata, ampliando le casistiche.  

  • Libman IM, Miller KM, DiMeglio LA, et al. Effect of Metformin Added to Insulin on Glycemic Control Among Overweight/Obese Adolescents With Type 1 Diabetes: A Randomized Clinical Trial. JAMA. 2015 Dec 1;314(21):2241-50. doi: 10.1001/jama.2015.16174.

Gli autori valutano con un trial multicentrico randomizzato controllato doppio cieco placebo/controllo l'efficacia del trattamento con metformina in soggetti obesi con diabete tipo 1 (TIDM). Gli autori dimostrano che a 6 mesi dall'inizio del trattamento la metformina riduce l'indice di massa corporea, il fabbisogno insulinico e l'adiposità addominale, ma non migliora significativamente il controllo glico-metabolico in termini di valore dell'emoglobina glicosilata. Inoltre, il gruppo trattato con metformina presentava maggiori eventi avversi gastrointestinali. I risultati dello studio, quindi, non supportano la prescrizione della metformina ad adolescenti con T1DM e obesità al fine di migliorare il controllo glico-metabolico.