Numero 2/2016

A cura di 
Brunella Iovane (Parma) e Giulio Maltoni (Bologna)

  • Magnus MC, Olsen SF,  Granström C, et al. INFANT GROWTH AND RISK OF CHILDHOOD-ONSET TYPE 1 DIABETES IN CHILDREN FROM 2 SCANDINAVIAN BIRTH COHORTS. JAMA Pediatr. 2015; 169 (12):e153759.  doi:10.1001/jamapediatrics.2015.3759. 

E’ uno studio di coorte eseguito tra Novembre 2014 ed Giugno 2015 su 2 gruppi di bambini nati in Scandinavia, che ha come scopo quello di valutare se una crescita eccessiva durante il primo anno di vita possa associarsi ad un più alto rischio di sviluppare diabete di tipo 1 nelle età successive.
Nello studio sono stati inclusi  99832 bambini nati tra il Febbraio 1998 ed il Luglio 2009, appartenenti a due grosse popolazioni scandinave: 59221 della coorte MoBa norvegese (51,2% maschi e 48,8% femmine; età media alla fine del follow-up 8,6 anni) e 40611 della DNBC danese (50,6% maschi e 49,4% femmine, età media alla fine del follow-up 13 anni).
Lo studio utilizzava un questionario tramite il quale veniva chiesto alle madri di riportare le misure antropometriche dei loro figli alla nascita e ogni 3 mesi circa per tutto il loro primo anno di vita, e poi anche quelle di 18/24/36 mesi. In entrambi i gruppi venivano valutate  le variazioni di peso e lunghezza durante il primo anno di vita, in particolare dalla nascita a 5/6 mesi e da 5/6 mesi a 12 mesi; veniva inoltre valutato anche il BMI a 5/6 mesi e poi a 12 mesi. 
Le caratteristiche che avrebbero potuto influenzare sia la crescita post-natale che il rischio di sviluppare diabete di tipo 1 sono state incluse come potenziali fattori confondenti e includevano:  sesso, peso e altezza alla nascita; durata dell’allattamento al seno; età materna; educazione materna; fumo durante la gravidanza; altezza e BMI di entrambi i genitori; presenza di diabete materno. 
Risultati
L’incidenza del diabete di tipo 1 dall’età di 12 mesi alla fine del follow-up è stato di 25 casi su 100000 persone/anno in DNBC e 31 casi per 100000 persone/anno in MoBa.
La variazione media del peso dalla nascita a 12 mesi di vita è stata poco più di 6 kg ed è stata correlata positivamente allo sviluppo di diabete di tipo 1  in entrambe le coorti. Anche se non è stata trovata alcuna correlazione significativa tra peso alla nascita e diabete di tipo 1, il peso assoluto all’età di 12 mesi era predittivo in modo significativo di diabete di tipo 1.
La variazione media di lunghezza dalla nascita a 12 mesi di vita è stata circa di 25 cm. Non è emersa alcuna associazione significativa tra l’aumento di lunghezza nel primo anno di vita e il diabete di tipo 1.
Il BMI dei bambini sia a 5-6 mesi che a 12 mesi di età era statisticamente correlato allo sviluppo di diabete di tipo 1 nelle età successive.
Discussione
Questo studio dimostra come le modifiche del peso nella prima infanzia (al di sotto dei 6 mesi di vita) sono correlate ad un rischio maggiore di diabete di tipo 1 rispetto alle variazione di peso nei mesi successivi (dai 6 ai 12 mesi). Varianti genetiche associate sia al rischio di diabete di tipo 1 che all’aumento del peso infantile possono, in teoria, spiegare questi risultati. Inoltre, la rapida crescita aumenta anche la richiesta di secrezione insulinica da parte delle beta cellule e ciò determina una maggiore suscettibilità delle beta-cellule al danno da parte delle citochine.
In conclusione, questo è il primo studio su popolazione che dimostra che l'aumento di peso durante il primo anno di vita è un fattore di rischio per lo sviluppo di diabete di tipo 1. 
Questo supporta la tesi che tra le cause che concorrono nello sviluppo del diabete di tipo 1 possano incidere anche cause ambientali.

  • STANDARDS OF MEDICAL CARE IN DIABETES - 2016. Diabetes Care January 2016 39:S1-S2; doi:10.2337/dc16-S001

Come ogni anno sono state pubblicate dall’American Diabetes Association le linee guida su STANDARDS OF MEDICAL CARE IN DIABETES. Le linee guida rappresentano un punto di riferimento non solo per i diabetologi, ma per tutti coloro che si occupano di diabete. 
Sono articolate in diversi capitoli che trattano di argomenti specifici (classificazione e diagnosi di diabete, management dell’obesità e rischio di pre-diabete, cura dei pazienti ospedalizzati, negli anziani, durante la gravidanza, ecc…) tra cui ovviamente il capitolo sulla gestione nei bambini ed adolescenti.
Proprio questo capitolo apre sottolineando le peculiarità della gestione del diabete in ambito pediatrico (cambiamenti della sensibilità insulinica legati alla crescita e alla maturazione sessuale, la guida verso l’autonomia e l’autogestione, la gestione familiare, quella in  ambiente scolastico, ecc…). Continua ribadendo l’importanza di un team multidisciplinare che sia formato nella gestione del diabete in grado di fornire un valido supporto educazionale, nutrizionale, comportamentale ed empatico per i bambini e le loro famiglie. 
La sintesi ed il core degli standard di cura sono graficamente messe in risalto per ogni sottocapitolo riportando brevemente la raccomandazione inerente.

  • Tauschmann M, Allen JM, Wilinska ME, et al. DAY-AND-NIGHT HYBRID CLOSED-LOOP INSULIN DELIVERY IN ADOLESCENTS WITH TYPE 1 DIABETES: A FREE-LIVING, RANDOMIZED CLINICAL TRIAL. Diabetes Care. 2016 Jan 6. pii: dc152078

Numerosi sono ormai gli studi sul pancreas artificiale (closed loop) pubblicati in ambito pediatrico. In questo caso particolare la “novità” dello studio stava nel lasciare in gestione domiciliare completamente senza supervisione di personale tecnico il sistema di erogazione di insulina definito ibrido, in quanto la somministrazione basale di insulina veniva gestita dal sistema ad ansa chiusa, mentre la somministrazione del bolo avveniva non per decisione dell’algoritmo, ma seguendo i consigli del calcolatore di bolo del microinfusore. 
La percentuale di tempo trascorsa nel range euglicemico (70-180 mg/dl) aumenta da 53% a 72% riducendo il tempo trascorso in iperglicemia e migliorando la media della glicemia. Non aumenta il tempo trascorso in ipoglicemia.
Questo studio, come gli altri già pubblicati, rendono sempre più vicina la possibilità per i bambini ed adolescenti con diabete tipo 1 di utilizzare nella vita di tutti i giorni questi dispositivi tecnologici che hanno la capacità di migliorare la qualità di vita ottimizzando il controllo metabolico ed alleggerendo la gestione quotidiana anche eliminando la paura dell’ipoglicemia.

  • Finner N, Donovan A, O'Leary O, O'Gorman CS. KNOWLEDGE OF CARBOHYDRATE COUNTING AND INSULIN DOSE CALCULATIONS IN PAEDIATRIC PATIENTS WITH TYPE 1 DIABETES MELLITUS. BBA Clin. 2015 Sep 15. 

Studio condotto da Luglio a Novembre 2012 su 81 pazienti irlandesi affetti da DMT1. 
E' stato utilizzato il questionario PedCarbQuiz (PCQ), somministrato ai pazienti diabetici e ai loro genitori. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti: i diabetici in terapia con microinfusore (Continuous Subcutaneous Insulin Infusion -CSII) e quelli in terapia insulinica multi-iniettiva (Multiple daily insulin injection -MDI).
Da questo studio è emerso che la media del punteggio al questionario era più alta nel gruppo di pazienti in terapia con CSII rispetto al gruppo in terapia con MDI.
Questo studio ha identificato una più alta conoscenza del conteggio dei carboidrati e delle dosi insuliniche nei pazienti con DMT1 in terapia con CSII rispetto a quelli in MDI. Ciò è attribuibile ad una migliore conoscenza, in quanto tali pazienti ricevono le istruzioni al conteggio dei CHO prima di iniziare la terapia con CSII. 
Questo studio ha però una limitazione, che consiste nel fatto di aver utilizzato un questionario americano adattato alla popolazione irlandese: pertanto, non è da sottovalutare che alcuni tipi di alimenti potrebbero non essere abitualmente consumati dagli irlandesi.