6/2019

Ranke MB, Lindberg A, Carlsson M, Camacho-Hübner C, Rooman R. Treatment with Growth Hormone in Noonan Syndrome Observed during 25 Years of KIGS: Near Adult Height and Outcome Prediction. Horm Res Paediatr. 2019 Apr 2;91(1):46-55. doi: 10.1159/000498859. [Epub ahead of print]

 

Commento

Questo interessante studio riporta i dati della coorte di pazienti con Sindrome di Noonan sottoposti a trattamento con GH presenti nello studio osservazionale KIGS.

Vengono riportati i dati clinico-auxologici di 613 pazienti con Sindrome di Noonan, tra cui quelli di 140 pazienti che hanno raggiunto una statura pressoché definitiva.

Questo studio oltre a confermare ulteriormente, almeno in termini auxologici, l’efficacia del trattamento con GH nei pazienti con Sindrome di Noonan, fornisce anche un algoritmo predittivo per valutare l’efficacia del trattamento durante il primo anno di terapia e una attenta analisi dei fattori che contribuiscono al raggiungimento della statura definitiva.

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Galderisi A, Giannini C, Van Name M, Caprio S. Fructose consumption contributes to hyperinsulinemia in obese adolescents through a GLP-1 mediated mechanism. J Clin Endocrinol Metab. 2019 Apr 2. pii: jc.2019-00161. doi: 10.1210/jc.2019-00161. [Epub ahead of print]

 

Commento

Questo studio, condotto dal gruppo di ricerca della Prof. Sonia Caprio, mette a confronto per la prima volta la risposta al carico orale di glucosio e di fruttosio di adolescenti obesi rispetto ad adolescenti normopeso.

Gli autori hanno dimostrato che gli adolescenti obesi che assumono fruttosio presentano, insieme con livelli elevati di insulina, anche un aumento notevole dei livelli sierici di GLP-1. Tale incremento non è invece presente negli adolescenti magri e non si verifica nemmeno dopo carico orale di glucosio.

Viene pertanto speculato che l’incremento dei livelli di GLP-1 sia uno dei principali meccanismi fisiologici che contribuiscono all’iperinsulinemia nei soggetti obesi che assumono fruttosio.

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Ash GI, Joiner KL, Savoye M, Baker JS, Gerosa J, Kleck E, Patel NS, Sadler LS, Stults-Kolehmainen M, Weinzimer SA, Grey M. Feasibility and Safety of a Group Physical Activity Program for Youth with Type 1 Diabetes. Pediatr Diabetes. 2019 Mar 4. doi: 10.1111/pedi.12841. [Epub ahead of print]

 

Molti adolescenti con diabete tipo 1 praticano meno di 60 minuti di attività fisica giornaliera di intensità moderata-intensa (definita come MVPA). Considerata l’influenza che gli adolescenti hanno sui propri coetanei, gli autori hanno valutato la fattibilità e la sicurezza di un nuovo gruppo di interventi finalizzati a promuovere l’attività fisica e le buone norme di comportamento in un gruppo di 18 adolescenti con stile di vita sedentario, body mass index (BMI) medio intorno al 92° percentile e valore medio di HbA1c pari a 9.5±2.3%.

Ash et al hanno organizzato diverse sessioni di gruppo incentrate sia sull’attività fisica che sulla gestione del diabete, alla presenza dei genitori, una volta a settimana per 12 settimane. Ciascuna sessione era articolata in 35 minuti di MVPA e 45 minuti di discussione su topic  cardine quali aspetti nutritizionali, psicosociali, clinici e del benessere psico-fisico. Per proseguire il percorso, i partecipanti hanno ricevuto al baseline $25, dopo 3 mesi 35 $ e dopo 7 mesi 50$.

L’arruolamento è stato del 16% con il 56% dei pazienti arruolati che ha portato a termine il percorso. Il 67% dei pazienti ha completato al 7° mese gli item riguardanti l’aspetto nutrizionale e sportivo, l’83% quelli psicologici e il 94% quelli clinici. Gli autori hanno riscontrato una progressiva diminuzione nel tempo nella compilazione dei questionari riguardo l’assunzione di frutta e verdura e il rispetto delle norme comportamentali nella gestione del diabete.

Dieci pazienti hanno completato il percorso, presentando un miglioramento della resistenza fisica, una riduzione dei valori di pressione sistolica e aumento dei livelli di LDL, ai limiti alti dei valori della norma.

Il punto di forza di questo studio è quello di essere uno dei pochi condotti sugli adolescenti con diabete tipo 1, nonché l’unico a coinvolgere anche i genitori e i coetanei.

Occorrono interventi più intensivi in questa popolazione ad alto rischio, caratterizzata da una scarsa pratica di attività fisica, da una bassa qualità dell’alimentazione, da un controllo glicemico scadente e da un BMI superiore alla norma.

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Tauschmann M, Allen JM, Nagl K, Fritsch M, Yong J, Metcalfe E, Schaeffer D, Fichelle M, Schierloh U, Thiele AG, Abt D, Kojzar H, Mader JK, Slegtenhorst S, Barber N, Wilinska ME, Boughton C, Musolino G, Sibayan J, Cohen N, Kollman C, Hofer SE, Fröhlich-Reiterer E, Kapellen TM, Acerini CL, de Beaufort C, Campbell F, Rami-Merhar B, Hovorka R; KidsAP Consortium. Home Use of Day-and-Night Hybrid Closed-Loop Insulin Delivery in Very Young Children: A Multicenter, 3-Week, Randomized Trial. Diabetes Care. 2019 Apr;42(4):594-600. doi: 10.2337/dc18-1881. Epub 2019 Jan 28.

 

In questo interessante studio, Tauschmann e i suoi collaboratori hanno valutato la fattibilità e la sicurezza dell’utilizzo del day-and-night closed-loop in un gruppo di bambini con diabete tipo 1 (DT1) di età compresa tra 1 e 7 anni. Gli autori hanno considerato, inoltre, il ruolo dell’insulina diluita sul controllo glicemico in questi pazienti, partendo dall’ipotesi che l’utilizzo di insulina diluita in soggetti con basso fabbisogno insulinico migliori il controllo metabolico e riduca il rischio di ipoglicemia.

Si tratta di uno studio aperto, multicentrico, multinazionale, randomizzato crossover, che ha coinvolto 24 bambini con DT1 da almeno 6 mesi e in trattamento con microinfusore da almeno 3 mesi.

I pazienti al momento dell’arruolamento presentavano un valore di HbA1c media di 7.4 ± 0.7% ed una dose totale media di insulina somministrata di 13.2 ± 4.8 unità al giorno. Lo studio prevedeva due periodi da 21 giorni ciascuno, separati da un wash out di 1-4 settimane, in cui i bambini conducevano una vita libera da restrizioni.

Gli autori hanno confrontato l’hybrid closed-loop con insulina diluita (U20) con l’hybrid closed-loop con insulina standard (U 100) in maniera random, utilizzando il modello di algoritmo predittivo di Cambridge. Il ‘tempo in target’ segnalato dal sensore, i valori di glicemia media e di variabilità glicemica, la proporzione di tempo trascorso con il sensore glicemico <3.9 mmol/L o inferiore a 2.8 mmol/L, la dose totale di insulina erano tutti sovrapponibili nei due gruppi. Non si è verificato alcun episodio severo di ipoglicemia o chetoacidosi in correlazione al closed-loop. I punti di forza di questo studio sono: il suo essere multicentrico, multinazionale, crossover, randomizzato e ha il vantaggio che ciascun partecipante agiva sotto il proprio controllo. Esso, inoltre, non prevedeva monitoraggio remoto o stretta supervisione medica, mostrandosi pertanto applicabile alla gestione quotidiana.

Gli autori sottolineano di non aver dato ai partecipanti restrizioni sull’introito alimentare, sull’attività fisica o sugli spostamenti territoriali.

Le limitazioni includono la breve durata del follow-up, il campione ridotto, il fatto che solo 2 pazienti avevano una dose totale giornaliera inferiore a 10, le impostazioni degli allarmi del sensore non standardizzati, la mancanza di un gruppo di controllo per stabilire l’efficacia paragonata alla pratica clinica standard.

Tauschmann et al. concludono che il day-and-night hybrid closed-loop nei bambini molto piccoli con DT1 è fattibile e sicuro e che l’utilizzo dell’insulina diluita non apporta ulteriori benefici rispetto all’insulina standard.

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