I prematuri ci sorprendono sempre! Le differenze nella regolazione ormonale dei prematuri
È stato dimostrato che i livelli di gonadotropine alla nascita sono più elevati nei prematuri rispetto ai neonati a termine. Tale incremento però non sembrerebbe essere imputabile alla prematurità visto che si verifica negli stessi tempi dei neonati a termine. Tuttavia, nei prematuri tali valori si mantengono più elevati e più a lungo rispetto ai neonati a termine, con il trend maggiormente espresso nelle femmine rispetto ai maschi. La questione affrontata durante il simposio "Endocrine Management of the Preterm”, ha trovato ampio spazio nell’intervento del Prof. Leo Dunkel (London – UK).
Secondo i più recenti dati longitudinali, l'attività dell'ipofisi postnatale declina all’incirca alla stessa età post-mestruale nei neonati a termine rispetto ai neonati prematuri, suggerendo che l’attività dell’asse ipotalamo ipofisi gonadi sia evolutivamente regolata.
L'aumento dell'attività dell'asse HPG nei maschi prematuri è associato a più elevati livelli di testosterone postnatale con conseguente incremento della velocità di crescita del pene dei testicoli dopo la nascita, rispetto ai neonati a termine. Nelle femmine premature, i livelli di gonadotropine sono molto alti dopo la nascita, ma un rapido decremento soprattutto dell’FSH si nota intorno al termine. Questo cambiamento si associa ad una maturazione dei follicoli ovarici e ad un aumento dell’ormone anti-Mulleriano (AMH) e dei livelli di estradiolo, suggerendo che l’immaturità del feedback gonadico prima del termine di età corretta potrebbe spiegare i livelli più alti di gonadotropine. L’aumento dei livelli di estradiolo postnatali si associa ad un aumento dello sviluppo della ghiandola mammaria e dell’utero nelle neonate premature. Si può concludere dicendo come il possibile significato a lungo termine delle differenze osservate nel corso della minipubertà tra neonati a termine e neonati pretermine richiede ulteriori studi tali da chiarificare gli effetti sullo sviluppo riproduttivo, la crescita, la mineralizzazione ossea, lo sviluppo psicosessuale, i tempi della pubertà, il comportamento sessuale, e la capacità riproduttiva in età adulta. Merita far presente inoltre precisare che tutti i test sulle gonadotropine, soprattutto nel neonato, sono stati condotti mediante il dosaggio urinario e non plasmatico, sottolineando ancora di più l’efficacia di questa tecnica –di cui certo mi sento particolarmente promotrice– nel non essere invasiva pur conducendo a degli ottimi risultati clinici. LL